Rincorrendo la sostenibilità

Uno studio del VDI calcola il saldo energetico della cellulosa isolante

Cellulose_mit_niedrigstem_Primärenergiebedarf_VDI-StudieIn uno studio su tutti i principali materiali di isolamento termico, svolto dal VDI, associazione di categoria degli ingegneri tedeschi, attraverso il Zentrum Ressourceneffizienz (Centro Efficienza delle Risorse) per conto del Ministero federale tedesco dell'ambiente, intitolato "La Conservazione della natura, l'Edilizia e la Sicurezza nucleare", si leggono alcune sorprendenti dichiarazioni (lo studio è pubblicato in VDI ZRE: Analisi Breve No. 7, 2014). L'isolamento di cellulosa risulta vincente nel confronto con 29 materiali isolanti, sia convenzionali sia ecologici: "I fabbisogni energetici per la produzione delle fibre di cellulosa sfusa sono di gran lunga i più bassi", si legge nello studio. Da luglio 2014, climacell produce utilizzando esclusivamente energia idroelettrica, quindi da fonti rinnovabili, superando abbondantemente i valori evidenziati dallo studio VDI.


L'isolamento degli edifici più vecchi è uno dei più importanti ostacoli sulla strada per raggiungere l'obiettivo politico di protezione del clima. In effetti, il risparmio energetico su edifici vecchi e non ristrutturati, secondo l'Agenzia Tedesca per l'Energia (dena), potrebbe potenzialmente migliorare fino all'80%. Se si considera che gli edifici sono responsabili di oltre il 30% del consumo energetico totale annuo in Germania, la dimensione del risparmio è evidente.
In Italia il dato è confermato, addirittura il potenziale risparmio sale all'85%! Dal sito http://www.econewsweb.it:

Una ristrutturazione standard in Italia potrebbe far risparmiare fino al 77% di energia, con una ristrutturazione avanzata si arriverebbe all’85%. In Europa per tutto il loro ciclo di vita, gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo di energia e il 36% delle emissioni di CO2.
Migliorare l'efficienza energetica e utilizzare energia rinnovabile negli edifici è quindi di vitale importanza per mitigazione dei cambiamenti climatici.

L' “impronta ecologica” si nota

Ciò che le diverse inchieste non hanno finora tenuto in giusta considerazione è l' “impronta ecologica” complessiva di un materiale - dalla produzione allo smaltimento in seguito allo smantellamento o alla demolizione della casa. Perché proprio qui ci sono enormi differenze rispetto ai materiali  tradizionali. E' molto più conveniente, ad esempio, usare materiali realizzati con risorse rinnovabili come, appunto, climacell. Realizzato con alta qualità, da carta di giornale da resi invenduti, quindi, infine, da legno riciclato, l'onere per il clima e il consumo di risorse preziose, rispetto ai materiali sintetici sono molto bassi.

Cellulosa isolante con il più basso consumo di energia primaria e Bilancio CO2 positivo

Climacell_mit_positiver_Co2_BilanzAnche rispetto al bilancio CO2 gli isolanti in cellulosa sono vincenti: sono gli unici con bilancio CO2 positivo (cioè sarà maggiore la CO2 risparmiata durante la produzione rispetto a quella prodotta), poiché una certa quantità di CO2 viene assorbita dall'atmosfera durante la crescita delle piante e viene trattenuta per tutta la durata utile del materiale isolante. Anche tenendo conto dello smaltimento, il risultato è eccellente. “Il buon rendimento delle fibre sfuse di cellulosa è notevole: già in fase di produzione sono caratterizzate da un basso consumo di energia e anche alla fine del loro ciclo di vita generano un credito di energia primaria da fonti rinnovabili.” Si legge nella pubblicazione VDI. Nessun altro materiale isolante è così versatile e flessibile o ha migliori proprietà costruttive da tutti i punti di vista. Oggi l'insufflaggio è utilizzato come tecnica d'isolamento soprattutto nelle ristrutturazioni, non solo nelle nuove costruzioni: come isolamento nel sottotetto (calpestabile e non), nelle murature esterne e interne, nel tetto. Tramite insufflaggio o posa a spruzzo del materiale sfuso è possibile ottenere un isolamento senza fughe. Ponti termici attraverso spazi o fughe non possono quindi formarsi. Anche grandi spessori di isolamento, come richiesto nelle case passive, sono veloci, facili ed economici da realizzare.

Nessun problema di smaltimento finale, nessun down-cycling

Alla fine della sua vita utile, quando una casa viene demolita o ristrutturata, climacell mostra ancora il suo lato ecologico. I materiali isolanti convenzionali possono essere, nella migliore delle ipotesi, tritati e trasformati in materie prime di minore qualità o addirittura devono essere smaltiti come rifiuti speciali con costi altissimi. Le fibre di cellulosa, invece, possono essere recuperate dall'edificio e facilmente riutilizzate o riciclate.

Climacell_ciclo_di_vitaMaterie prime riciclate, testate per garantire una qualità costante

L'utilizzo per la produzione del materiale isolante in cellulosa climacell aggiunge un fattore di utilità in più alla stampa di giornali. Per la produzione si usa soltanto carta pulita (resi invenduti, non carta dal riciclaggio) e testata per garantire una qualità costante del prodotto finale.

Il ciclo virtuoso di climacell

Nell'immagine a sinistra, vediamo i diversi passaggi che compongono il ciclo virtuoso di climacell, dalla produzione alla dismissione.
Nella prima immagine, in alto, vediamo la fonte originale: legno da foreste sostenibili...
e a seguire la fonte diretta: giornali puliti, resi invenduti
Nella terza immagine, la macinazione e sfibratura della carta: processo ad alta tecnologia
a cui segue l'aggiunta di additivi antincendio e antiparassitari
Nella quinta foto, in basso, imballaggio e trasporto
Ed ecco la fase della posa, veloce ed economica, in tetti, sottotetti e intercapedini
Per creare un ambiente confortevole, sano, protetto dal freddo, dal caldo dall'umidità e dal rumore
L'ultimo passo è lo smaltimento a costo zero, zero impatto ambientale!